A Jaime Lannister, il miglior personaggio di Game of Thrones

Otto stagioni. Otto lunghe stagioni per costruire personaggi interessanti, personaggi a cui ti affezioni. Personaggi forti, fragili, spietati che probabilmente rimarranno nella storia della televisione. Personaggi come Jaime Lannister.

Jaime è sempre stato e sempre sarà il mio personaggio preferito di Game of Thrones e da grande fan ho amato letteralmente quello che è stato l’epilogo della sua storia nell’ottava stagione. Ma di questo parleremo dopo.

Non è facile giustificare il proprio amore per un personaggio, quando questo nella prima puntata getta giù da una torre un bambino che lo ha beccato mentre faceva sesso con la sorella gemella.

EPISODIO 1×01

“The things I do for love”

Con questa frase Jaime getta Bran dalla torre, e lo fa senza alcuna pietà. Questo è il personaggio di Jaime nella prima stagione: un uomo spietato, pronto a difendere la sua discutibile famiglia in qualsiasi modo. Egli crea molti problemi a Ned Stark e l’odio dei fan nei suoi confronti cresce in modo esponenziale. Ma un certo punto tutto cambia. Dopo essere stato prigioniero della moglie di Ned, Jaime viene liberato e promette solennemente di proteggere Arya e Sansa. Il cavaliere parte così per Approdo del Re, pronto a tenere fede al suo giuramento. Ma questo cammino, faticoso e pieno di imprevisti, sarà più un percorso interiore per Jaime, che grazie a Brienne di Tarth riuscirà a tirare fuori la parte migliore di sè.

L’uomo egoista e spietato, lo stesso che aveva gettato un bambino innocente da una torre, sacrifica la sua mano per salvare Brienne da uno stupro e, successivamente, rischia la vita per difenderla nel combattimento con un orso.

“Non possiamo scegliere chi amare”

Per la prima volta Jaime si rivela completamente per quel che è. Si toglie la maschera da uomo spietato che sfoggia in modo fiero. Egli si spoglia (sopratutto figuratamente) davanti a una donna che non sia Cersei. Si rivela un uomo compassionevole, un uomo destinato ad affrontare interiormente il duello più duro di tutti: quello di un amore “impossibile”. Jaime non ha scelto di amare Cersei, capisce che il suo sentimento è probabilmente perverso e malato, ma non riesce a non amarla.

Contemporaneamente a tutto questo si sviluppa in lui anche una sorta di attrazione platonica verso la stessa Brienne. Un amore del tutto diverso da quello passionale e carnale che prova per Cersei. Amore che si risveglia subito, appena Jaime giunge ad Approdo del Re e ha un rapporto sessuale con Cersei accanto al cadavere del figlio appena deceduto. Un gesto malato, perverso frutto di un amore altrettanto irregolare.

Nelle stagioni successive (5-7) assistiamo ad una progressiva umanizzazione del personaggio di Jaime, il cui processo di redenzione si sviluppa sempre di più. Jaime è cambiato, è un personaggio irriconoscibile rispetto a quello della prima puntata della prima stagione. L’apice della redenzione di Jaime si raggiunge con l’ultima puntata della settima stagione, quando egli lascia la sorella, disobbedendo ai suoi ordini, per combattere contro gli estranei al nord.

Jaime si trova improvvisamente davanti all’immensa crudeltà della sorella, il cui egoismo si è accresciuto in modo proporzionale al potere. Ed è proprio qui che sembra avvenire la rottura definitiva tra i due.

Giungiamo ora alla tanto criticata ottava stagione per analizzare il percorso finale di Jaime, dalla prima puntata fino alla sua morte (8×05).

L’uomo arriva a Grande Inverno nella prima puntata, dove finalmente, dopo ben 7 stagioni, rivede quel ragazzino, ormai cresciuto, che un tempo aveva gettato dalla torre: Bran Stark.

Ma Jaime non nega quello che ha fatto per difendere la sua famiglia: ogni sua azione e ogni sua “pazzia” hanno sempre avuto un unico obiettivo: difendere i Lannister.

Ma il vero punto di svolta è la notte di vera intimità che ha con Brienne. Proprio in questo momento Jaime Lannister si rende conto che non riuscirà mai ad amare nessuno nel modo in cui ha amato sua sorella Cersei. Abbandonando Brienne a Grande Inverno Jaime torna ad Approdo del Re, pronto a morire insieme a lei; perchè loro sono uguali (o almeno così crede lui) ed è giusto che subiscano lo stesso destino.

Questa decisione, seppur non apparentemente, è molto coerente con lo sviluppo del personaggio di Jaime. Nel corso delle 8 stagioni egli non si distacca mai del tutto della sorella. Nei continui avvicinamenti e allontanmenti, nessuno dei due rinnega mai l’altro. Quella di Jaime è una continua lotta interiore: non solo lui sa quanto sia perversa la loro relazione, ma è anche conscio della crudeltà di lei, che, a differenza sua, non ha avuto la possibilità di redimersi. Jaime, però, non può non amarla.

Jaime incarna perfettamente la figura dell’inetto letterario: aspira ad essere un uomo migliore ed in parte ci riesce, ma alla fine cade vittima dei suoi stessi limiti e delle sue paure. Jaime è l’inetto. Il suo limite è Cersei.

Tralasciando la frase rivolta a Tyrion, nella quale afferma di non aver mai pensato agli innocenti (grave errore di sceneggiature se pensiamo che Jaime in principio perse la dignità e si guadagnò l’appellativo di “Sterminatore di Re”, per salvare gli innocenti dalla pazzia del Re Folle), il percorso di Jaime si chiude perfettamente. Non si completa, ma si chiude.

“Guardami! Guardami! Non distogliere lo sguardo. Guardami! Ci siamo solo noi, solo noi. Il resto non importa. Solo noi.”

Jaime muore tornando da Cersei, sacrificando la sua vita per lei, per tentare di salvarla. Muore tra le braccia della donna che ama, desiderio che aveva espresso chiaramente circa 3 stagioni prima. Muore schiacciato dalle macerie della Fortezza Rossa, sapendo che, se fosse rimasto a Grande Inverno si sarebbe sicuramente salvato. Ma d’altronde “Things I do for love.”